Nel periodo che stiamo vivendo siamo subissati da informazioni legate al mondo dell’igiene. Tuttavia spesso c’è confusione sulle terminologie, così che si rischia di scegliere un prodotto sbagliato per effettuare una operazione di disinfezione, rischiando di compromettere il lavoro svolto.
Sebbene i termini spesso siano usati come sinonimi, queste parole si riferiscono a specifiche azioni che i professionisti conoscono bene. Al giorno d’oggi è importante anche nelle nostre case e aziende sapere distinguere queste attività per gestire al meglio l’emergenza sanitaria che stiamo affrontando.
In questi approfondimenti vorremmo fare un po’ di chiarezza dando un nome corretto alla corrispondente operazione, in modo che sia anche più semplice individuare il prodotto congeniale al nostro scopo.
La Disinfezione è il procedimento che con l’utilizzo di sostanze disinfettanti riduce la presenza di agenti patogeni, distruggendone o inattivandone il una quota rilevante, ma non assoluta. In questo ultimo caso si parlerebbe di sterilizzazione.
Si usano le seguenti forme di disinfezione:
- Disinfezione con mezzi naturali:
- Fisici
- Radiazioni solari (in particolar modo la frazione ultravioletta della luce solare la quale, però, essendo poco penetrante, per svolgere la funzione disinfettante necessita di colpire direttamente la flora microbica)
- Essiccamento (il calore della luce solare provoca essiccamento del protoplasma dei germi)
- Temperatura (oltre 37 °C riduce la vitalità e oltre 45 °C comincia a uccidere i germi)
- Biologici
- Concorrenza vitale (attuata da microrganismi con azione diretta, come nel caso dei virus batteriofagi, oppure con azione indiretta tramite la modificazione del substrato che viene reso inidoneo allo sviluppo)
- Diluizione (se i germi patogeni sono diluiti nei veicoli, come l’acqua o l’aria, difficilmente raggiungono la quota batterica necessaria perché l’infezione si trasformi in malattia)
- Fisici
- Disinfezione con mezzi artificiali:
- Chimico-fisici
- radiazione UV artificiale
- pastorizzazione e trattamento U.H.T.
- calore secco (stufe ad aria calda da laboratorio e muffole)
- calore umido e vapore (autoclave)
- fiamma, incandescenza e combustione
- ebollizione
- lavaggio chemiotermico (lavastoviglie, macchine da lavare, ecc.)
- radiazioni ionizzanti (raggi gamma)
- filtrazione asettica (cappa a flusso laminare)
- Disinfezione chimica con agenti disinfettanti quali
- Alcoli come propanolo, alcol isopropilico, etanolo
- Aldeidi come formaldeide, glutaraldeide, glicossale
- Fenoli e derivati come timolo, creosolo
- Ossidanti come ozono, perossido di idrogeno, permanganato di potassio,
- Alogeni come cloro, iodio, bromo, e derivati (ipoclorito di sodio, ipoclorito di litio, iodofori)
- Guanidina
- Detergenti cationici e anionici (sali di ammonio quaternario)
- Chimico-fisici
La disinfezione deve essere preceduta dalla pulizia per evitare che residui di sporco possano comprometterne l’efficacia.
Secondo l’uso si distinguono disinfettanti:
- per oggetti,
- per le mani,
- per l’aria
- per le superfici di locali.